Grilli parlanti, angeli e diavoli

Le vocine nella testa

 

Eeeh sì! Oggi parliamo con le nostre vocine nel cervello.

Sapete, quelle con cui più di una volta abbiamo intrattenuto lunghi discorsi filosofici, le stesse che a volte ci dicono che stiamo facendo una cavolata. Oppure, quelle che ci fanno fare le litigate immaginarie nella testa, o che ci aiutano a ripassare cosa dire a qualcuno.

Le mie, per esempio, mi creano le colonne sonore quando faccio qualcosa (un po’ come Kronk).

Tranquilli, il fatto di sentire le voci non significa per forza che siamo schizofrenici. È normale!

È un po’ come avere un grillo parlante in testa o gli angioletti e diavoletti che spuntano sulle spalle di un personaggio di un cartone animato.

Sentire le voci è un bene, sia in casi normali che in casi di malattia.

Mi spiego meglio.

 

Le vicne delle allucinazioni uditive

Le allucinazioni uditive sono un fenomeno che viene spesso associato a malattie mentali come psicosi e schizofrenia.

DI cosa si tratta? Si tratta di un fenomeno per cui un individuo sente nella sua mente delle voci che però nella realtà non esistono. Per questo motivo allucinazioni, perché si tratta di una “percezione senza oggetto”.

Probabilmente rendersi conto di sentire delle voci, in questi casi sia sconvolgente e per certi versi spaventoso, soprattutto se si pensa che questo avvenimento viene spesso visto come estremamente negativo e pericoloso.

Infatti, spesso si pensa che “sentire le voci” sia negativo, in quanto le voci stesse sono cattive. Questo sentimento da quanto ho capito, può essere intensificato anche da come si tratta questa situazione. Ovvero, nel momento in cui si pensa alle voci come ad un sintomo e non come ad un’esperienza, si rischia di spaventare il paziente ancora di più del necessario, intensificando il fenomeno.

La realtà però, come viene spiegata anche da Eleanor Longden in una TED talk (Eleanor Longden – The voices in my head), è che le voci costituiscono una reazione ad eventi traumatici che l’individuo può aver vissuto. Proprio per questa ragione, non si tratta di elementi negativi, anzi, esse sono un meccanismo di difesa in tutto e per tutto. Il loro scopo primario sembra essere quello di suggerire alla persona come affrontare una determinata situazione.

Questo anche nel caso in cui siano negative. La chiave di volta sta nell’interpretazione. Infatti, il significato che bisogna dargli non è letterale bensì, metaforico. Esse sono rappresentazioni delle nostre più grandi paure e come tali prendono il posto del nostro dolore. Più sono forti le voci, più è grande la paura, maggiore è la necessità di conforto.

 

Dialoghi interiori

Secondo i ricercatori però, le voci o le allucinazioni uditive possono comparire anche in persone non affette da alcun disturbo. Si tratta dei nostri dialoghi interiori che a quanto pare non tutti proviamo, ma comunque la maggior parte sì.

Lo psicologo russo Lev Vygotskij ha dimostrato come la nostra mente e di conseguenza questi dialoghi vengano modellati da esperienze, cultura ed attività sociali. Nei suoi studi inoltre definisce quanto questo dialogo sia importante per modellare la nostra mente.

Successivamente, uno studio condotto da Simon McCarthy-Jones e Charles Fernyhough, ha scoperto altri elementi importanti. In particolari tramite il loro studio, i ricercatori hanno trovato che durante le nostre inner-talk, le aree del cervello che si attivano sono proprio quelle della parola. Ma non solo, nel caso in cui il dialogo interna avviene con un’altra persona, infatti, si attivano anche le aree deputate ad interpretare i segnali delle altre persone.

Quindi si tratta di un dialogo vero e proprio.

Questi due ricercatori hanno anche dimostrato che esistono due tipi di colloqui silenziosi:

  1. Il dialogo espanso, si tratta di una sorta di monologo interiore. Un po’ come quando si legge tra sé e sé.
  2. Il dialogo condensato, che è quello più comune, è un dialogo incompleto. Mi spiego. Si tratta di discorsi in cui spesso mancano delle parole o i verbi non sono coniugati. Sentiamo solo le parole chiave. È la nostra capacità di pensare per significato.

Nonostante sia normale, in realtà, anche le nostre self-talk possono causare sofferenza o difficoltà, questo perché il nostro più grande critico di solito siamo proprio noi.

Sapete no, quando partono le paturnie mentali del tipo: “sarò all’altezza?” “e se dico una cavolata?” “se sbaglio che succede?”.

Così facendo si attivano tutta una serie di pensieri negativi (legati al fallimento) che se associati all’ansia permettono il verificarsi di cose come l’ascella super sudata, il batticuore e se va proprio male l’autosabotaggio!

A questo tipo di pensiero negativo si aggiunge anche la ruminazione (come le mucche). Ovvero un tipo di pensiero ripetitivo con cui si ripercorre in modo continuo una scena che ci ha causato rabbia o frustrazione. Questo, facendoci rivivere l’esperienza, in un certo senso crea un circolo vizioso per cui siamo sempre arrabbiati.

Con questo però non vi voglio spaventare!

Infatti, il dialogo interiore se positivo, ci aiuta ad organizzare i nostri pensieri e le nostre priorità. Ci permette di prendere atto delle nostre capacità, in fondo nasce dalle nostre esperienze. Ci motiva, ci aiuta ad elaborare le nostre emozioni, come ci sentiamo perché cosa possiamo fare per stare meglio.

 

E quindi?

Beh, dirsi che ogni tanto abbiamo fatto una cavolata ci può stare, ma non bisogna cadere nel circolo vizioso dei pensieri negativi.

Cerchiamo di ascoltare ciò che ci diciamo e se la nostra parte nulla (l’oscurità) prevale cerchiamo di fermarla, ricordiamoci che un errore non è la fine del mondo e che lo facciamo tutti. Ricordiamoci che non è vero che non valiamo nulla o che non sappiamo fare niente. Al contrario! Se dialoghiamo tra di noi, l’esperienza ce l’abbiamo e quindi sappiamo fare.

Ricordiamo inoltre che le voci, tutte, non sono nostre nemiche. Che probabilmente se ci dicono che c’è qualcosa che non va è solo perché riflettono una nostra paura ed insicurezza. Una volta individuato quale, cerchiamo di fare di tutto per affrontarla. Per far si che la nostra parte valida (la nostra luce) prevalga sulla nostra parte nulla.

 

Suggeriti dall’autore:

  1. Spotify – Cose molto umane ep. 29 – Perchè ci facciamo i dialoghi nella testa
  2. Instagram – Hayley Morris (@hayleymorris3)

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