Il ritorno dei cetriolini sott’aceto
Atto finale
All’inizio del blog scrissi un articolo intitolato “I cetriolini sott’aceto – La metafora di una scamorza”.
Leggendolo e confrontandomi con alcune persone, però, mi sono resa conto che a differenza di altri articoli, è come se non fosse finito, se non avesse una conclusione.
Ragionandoci su, l’ho trovata.
Come detto in precedenza, i cetriolini sono tutte quelle persone che dove le metti stanno. Però, nonostante la loro chiusura e parziale apatia, possono evolvere e trasformarsi in lattuga. E questo accade tramite due fattori molto semplici: tempo e condivisione. Fattori su cui devono fare affidamento sia il cetriolino che i suoi amici.
Passando del tempo insieme e cercando i punti di interesse in comune o qualcosa che spinge la persona a parlare di sé e a rivelare effettivamente ciò che gli interessa e chi è, allora si riuscirà a astabilire un ponte e a far aprire l’altro.
Fondamentale per la buona riuscita, però, è la nostra condivisione e capacità di apertura nei confronti dell’altro. RIcordiamoci che parte sempre tutto da noi, soprattutto quando vogliamo che qualcosa cambi.
Così facendo, poco a poco, l’individuo inizierà ad aprirsi e fiorire. E, senza che ve ne rendiate conto, comincerà ad avere nei vostri confronti delle piccole attenzioni, tipiche delle persone dal cuore grande, che vi faranno sorridere dolcemente.
Si tratta di premure a volte quasi impercettibili, comportamenti normali ma ricchi di gentilezza ed inaspettati. È in questi momenti che potrete capire che finalmente il cetriolo è germogliato ed è finalmente diventato quella foglia di lattuga capace di far parte di tutto il mazzo e che al contrario di quanto si possa pensare, ci sta anche a pennello in quel gruppo.
Ma serve pazienza. Non demordete. Non cancellate.
Sforzatevi un po’, cercate di capire chi vi sta davanti, perché fa così e come si può risolvere la cosa. Chi lo sa, magari sarà proprio il cetriolino a far aprire gli occhi a voi, inaspettatamente!