La legge di murphy

La nostra capacità di metterci i bastoni tra le ruote

Se vi sono piaciuti il mio articolo “Il paradosso del motore a gatto imburrato” ed il mio reel sulla legge di Murphy, allora questo articolo vi piacerà sicuramente.

Esaminiamo meglio l’assioma principale della legge di Murphy

“Se qualcosa può andare storto, lo farà”.

Successivamente all’enunciato principale sono stati creati anche altri corollari:

  1. Niente è facile come sembra
  2. Tutto richiede più tempo di quanto si pensi
  3. Se c’è una possibilità che varie cose vadano male, quella che può arrecare il danno maggiore sarà la prima a farlo
  4. Se si prevedono quattro possibili modi in cui qualcosa può andare male, e si prevengono, immediatamente se ne rivelerà un quinto;
  5. Lasciate a se stesse, le cose tendono ad andare di male in peggio
  6. Non ci si può mettere a far qualcosa senza che qualcos’altro non vada fatto prima
  7. Ogni soluzione genera nuovi problemi
  8. I cretini sono sempre più ingegnosi delle precauzioni che si prendono per impedir loro di nuocere
  9. Per quanto nascosta sia una pecca, la natura riuscirà sempre a scovarla

Nonostante si tratti di un insieme di paradossi umoristici, esattamente come quello del motore a gatto imburrato, alla base di questa legge c’è un fondamento statistico-matematico.

In particolare, si tratta della legge dei grandi numeri di Bernoulli, ed il principio statistico per cui un evento – per quanto inverosimile esso sia – probabilmente finirà davvero per verificarsi se inserito in una serie di possibilità tendenti all’infinito.

Come! Ma allora è vero, la sfiga esiste!

Mmm non proprio!

Mi spiego meglio.

 

L’autosabotaggio

Scommetto che a tutti è capitato di avere i periodi no, in cui magari sembra che TUTTO va male e che siamo sfortunati.

Ecco in questi casi bisogna ricordarsi due cose:

  • Che spesso e volentieri questa serie di sfortunati eventi dipende completamente da noi.
  • Che ciò è sfortuna è allo stesso tempo fortuna (siamo sempre lì, sono due facce della stessa medaglia).

Quanto espresso nel punto uno è l’autosabotaggio. Ovvero, la nostra tendenza a boicottare inconsciamente noi stessi nel raggiungimento dei nostri obiettivi. In pratica è come quando giochiamo a Jenga e dopo aver fatto tante mosse giuste, finiamo per farne una che fa crollare tutto.

Inoltre, secondo quanto detto nel secondo punto, siamo noi a decidere se qualcosa ci ha portato fortuna o sfortuna, solo che spesso e volentieri lo dimentichiamo.

 

Perché?

I motivi per cui lo facciamo sono sostanzialmente tre. Il primo, che sicuramente è il più comune è l’immaturità emotiva. Semplicemente non siamo pronti a raggiungere l’obiettivo.

Questo accade anche se ci organizziamo al 100% e controlliamo tutto ciò che ci sta intorno. Fino a che a livello inconscio non sentiremo davvero di essere pronti, allora ci sarà sempre qualcosa, anche di impercettibile, che ci allontanerà dalla nostra meta. Spesso si tratta di piccoli timori, insicurezze o sentori che lì per lì magari non riusciamo ad individuare completamente, ma che sono presenti.

Altre volte invece, anche se siamo pronti emotivamente e l’obiettivo è chiaro, a fermarci sono l’insieme delle aspettative e delle pressioni. Questo accade per esempio quando ci imponiamo dei tempi irreali per raggiungere un obiettivo. L’impossibilità è legata alla differenza tra la velocità del mondo esterno e quella nostra, interna. La velocità di adattamento e comprensione che necessita ognuno di noi.

Infine, l’ultimo motivo è la mancanza di autenticità dei desideri. Ovvero quando il bisogno di raggiungere un dato traguardo in realtà nasce unicamente dalle pressioni e dalle volontà di chi ci circonda e della società. In questo caso è la nostra parte valida che entra in conflitto con la parte nulla e ci fa capire che c’è qualcosa che non va. Che forse non è raggiungendo quel traguardo che otterremo la felicità.

Naturalmente, in ognuno di questi tre casi entrano in gioco svariate paure che ci caratterizzano come la paura del fallimento, del successo, del nuovo ecc..

 

Come si verifica l’autosabotaggio?

Esistono varie forme di autosabotaggio, ma tra le più frequenti ci sono sicuramente:

  • L’incapacità di dire di “No” (vi ricorda qualcosa?)
  • L’ansia e le preoccupazioni continue
  • Il Perfezionismo
  • Procrastinare (quando … vabbè lo faccio dopo)
  • I paragoni con gli altri
  • I giudizi e le critiche continue a noi stessi

 

Come possiamo fare?

Beh, prima di tutto ricordiamoci che siamo noi gli unici artefici del nostro destino e che un evento negativo non lo è per forza. Dipende sempre da come la vediamo.

Dopodiché direi di cercare di capire se e quali forme di autosabotaggio mettiamo in atto e di conseguenza il perché.

Una volta che ci fermeremo per cercare di capirlo allora saremo anche più vicini alla soluzione.

Inoltre, sarebbe utile non farsi scoraggiare dal primo evento storto che ci capita. A volte basta anche solo avanzare a testa bassa.

Come ultimo consiglio, direi che sicuramente aiuta dare ascolto al nostro “gut feeling”, basta che non lo si confonda con la paura nel nuovo.

 

 

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