La paura della felicità

Cherofobia portami via

 

La cherofobia è una fobia dove l’oggetto della paura (la felicità) è evitato perché visto come negativo. Questo accade perché si pensa che, chi è felice prima o poi verrà punito.

Pertanto, si tratta di qualcosa che porta con sé una forte sensazione di disagio.

Culturalmente si potrebbe dire che esistono due tipi di cherofobia:

Cherofobia orientale

La cherofobia orientale tende a sintetizzare molto certi aspetti del pensiero buddista, secondo cui “la vita è dolore”. Pertanto, nel momento stesso in cui una persona diventa felice, un evento negativo si verificherà così da riequilibrare la cosa e punire l’individuo per la sua soddisfazione. Un concetto che si lega anche a quello di Karma. Un po’ come se ci fosse una idea distorta di onnipotenza.

Cherofobia occidentale

Quella occidentale invece, è più incentrata sulla necessità di massimizzare la felicità e minimizzare la tristezza. Come se l’uomo fuggisse perennemente dall’infelicità. Pertanto, cercando in tutti i modi di essere felici, una volta arrivati alla felicità avremo paura che finisca. In questo caso la cherofobia potrebbe essere vista come il risultato del nostro stile di vita.

Tutto ciò accade perché la felicità è un momento di passaggio non una stasi. Dalla felicità le cose possono solo peggiorare perché è come se fosse la cima di una montagna. Una volta arrivati su, si può solo che scendere.

Pertanto, si potrebbe pensare che l’unico modo che abbiamo per non stare male è essere infelici, ma anche questa, in realtà è una cavolata, perché si sta male lo stesso.

Esistono, però, varie declinazioni di cherofobia:

Come la Cherofobia di chi è Patosensibile, ovvero una persona estremamente empatica che ritiene che esprimere la felicità sia moralmente deplorevole, visto e considerato che il mondo è pieno di dolore.

Ma anche la Cherofobia dei Mistici, i quali invece pensano che la felicità renda malvagi, in quanto si smette di fare attenzione alle sofferenze altrui.

Come si risolve?

Mah, fondamentalmente non ci sono soluzioni, bisogna solo ricordarsi di vivere al massimo ogni possibilità, permettendoci di provare tutte le nostre emozioni.

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