L’amore

È ciò che senti non ciò che pensi!

L’amore è …

Navigando online nella ricerca della definizione di amore ho capito che non esiste. Non c’è un unico modo per esprimere questo sentimento.

Anche chiedendo a persone diverse qual è per loro il significato dell’amore, si otterrebbero definizioni sempre diverse.

Per me l’amore è trovare qualcuno con cui poter essere sé stessi. Qualcuno che sia la tua casa, il tuo punto di riferimento e che ti faccia ridere.

Ma la ragione per cui non esiste una definizione univoca per questo concetto è che esistono vari tipi di amore. Infinite sono le possibilità con cui si può amare una persona e sono tutte estremamente valide.

Si tratta di un concetto che per anni ha ispirato ed unito scrittori e artisti con visioni completamente differenti. Ognuno di loro l’ha interpretato o rappresentato in maniera diversa.

 

Ciò che sembra…

Nel corso di questi anni, però, sembra che il tempo abbia cambiato qualcosa. Questo ha portato più di una persona a farsi delle domande sull’amore e le relazioni.

Per molte persone l’amore nel ventunesimo secolo sembra essere diventato effimero. Per altre difficile da raggiungere. Molti sono diventati scettici riguardo alle relazioni e al vincolo del matrimonio, che vengono visti come fugaci e mercificati.

Il trambusto di questa nostra società ormai per lo più individualista sembra aver fatto andare in secondo piano l’importanza della famiglia. Il primo posto adesso è in mano alla carriera.

Molti danno anche la colpa ai social media e ad internet. Si afferma che la continua connessione e la possibilità di interagire in ogni momento con chiunque ci ha fatto allontanare più che avvicinare.

La mancanza di confini e di privacy sembra averci tolto la virtù della pazienza e la capacità di corteggiare. Molti sono anche scettici riguardo alla nascita e all’uso di app di incontri come Tinder. Le quali vengono accusate di averci condotti a preferire la quantità alla qualità. Di conseguenza, questo avrebbe portato al proliferare delle relazioni “usa e getta”.

Come se non bastasse, dalla nostra nascita (o almeno così pare a me), sembrano essere aumentati esponenzialmente i divorzi. Sono sempre meno le coppie che riescono a rimanere tutta la loro vita nel vincolo del matrimonio.

Per questi motivi a volte si sogna di tornare indietro, ai tempi dei nostri nonni. In quegli anni dove l’amore e le relazioni sembrano essere perfette.

Anni dove il matrimonio era ancora un’unione sacra e indissolubile. Dove la gente si innamorava da giovane, a sedici anni e poi con il tempo costruiva una vita insieme.

Anni in cui la famiglia era ancora al primo posto e con essa la vita di coppia.

Sicuramente quegli anni avranno avuto la loro bellezza e la loro unicità, ma non è come pensiamo noi!

 

Ciò che è…

La realtà è che l’amore in sé non è cambiato. Questo sentimento è stato, è e rimarrà immutabile. Allo stesso modo anche la nostra voglia di trovare la così agognata “anima gemella” è immutabile.

Ciò che è davvero cambiato in questi anni è la società, le convenzioni, gli usi e le abitudini che ci caratterizzano. Con esse è cambiata la nostra percezione della realtà e dell’amore.

In un mondo ricco di scelte e di possibilità siamo spaesati. Ci smarriamo e ci confondiamo, perdendo di vista ciò che davvero vogliamo e ciò che è davvero importante. Tutte queste possibilità ci bloccano, ci mettono paura e ci rendono difficile sentire l’amore.

È vero che ai tempi dei nostri nonni era più semplice per certi versi costruire una famiglia e avere una relazione duratura. Ma è anche vero che negli anni ’50 il divorzio non era un’opzione e che una relazione si cominciava con il fine ultimo del matrimonio.

Le possibilità che si aveva erano nettamente inferiori.

In caso di problemi nel matrimonio, spesso si insabbiava la cosa, perché a rimetterci sarebbe stata la donna.

Inoltre, mancando mezzi di comunicazione veloci come quelli odierni, molte notizie rimanevano nel circondario e rimbombavano di meno.

Come se non bastasse molti matrimoni erano combinati, non per soldi, ma per comodità o convenienza. Altri invece erano proprio per procura. Quindi capitava che due persone si sposassero per volere delle famiglie, senza sapere effettivamente con chi dovessero passare il resto della loro vita.

Anche ai tempi dei nostri nonni esistevano le scappatelle o le “fuitelle” d’amore. Solo che era più complicato venirlo a sapere.

Queste cose accadono oggi esattamente come accadevano allora, è cambiata solo la modalità.

Tinder e le altre applicazioni di incontri non hanno sminuito il senso delle relazioni. Siamo noi, che ci siamo persi e nella nostra ricerca dell’amore, tra paure e insicurezze abbiamo cominciato a sminuire questo sentimento.

Tutto dipende da cosa cerchiamo e da quanto questo ci è chiaro. Nel momento in cui sappiamo cosa vogliamo e siamo tranquilli con noi stessi allora che sia tramite un’applicazione, una festa o a scuola troveremo ciò che cerchiamo.

Se sapremo esprimere a pieno ciò che desideriamo, troveremo qualcuno che ricambierà il nostro volere.

Se sapremo affrontare la relazione con tutti i suoi pro e i suoi contro, collaborando e cercando di capire i problemi che possono sorgere, allora lasciarsi non sarà necessario.

 

Ma a volte siamo così concentrate sulla ricerca del lieto fine che non riusciamo a interpretare i segnali, a riconoscere chi ci vuole da chi non ci vuole, chi resterà da chi andrà via. E forse nel lieto fine non è compreso un uomo meraviglioso… Forse sei tu, da sola, a rimettere insieme i pezzi, a ricominciare, per liberarti nella speranza che arrivi qualcosa di meglio nel futuro. Forse il lieto fine è solo andare avanti. O forse il lieto fine è questo: sapere che nonostante le telefonate non ricevute e il cuore infranto, nonostante tutte le figuracce e i segnali male interpretati, nonostante i pianti e gli imbarazzi, non hai mai e poi mai perso la speranza! – La verità è che non gli piaci abbastanza.

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