L’arte di capire ciò che si intende

Il non detto

“non ti preoccupare”, “andrà tutto bene”, “va tutto bene” ecc…

Quante volte parlando con le persone ci siamo sentiti dire o abbiamo detto parole come queste? Allo stesso tempo, quante di queste volte abbiamo intuito che ciò che dicevamo o ci dicevano non corrispondeva a ciò che sentivamo realmente?

Io penso sia qualcosa di estremamente comune.

Ciò che ci porta a sentire determinate sensazioni in alcuni casi è il non detto. Questo a volte fa più rumore di qualsiasi parola che si possa dire.

Vi è mai capitato?

Mi è capitato molto spesso di impegnarmi per cercare di conoscere più a fondo una persona o semplicemente tentare di aiutarne un’altra e vedermi sbattere una porta in faccia. Ottenere risposte molto banali e superficiali, a volte false.

Fino a qualche anno fa forse ci sarei rimasta male. Mi sarei sentita come se l’altra persona non avesse fiducia in me e mi sarei risentita.

Con il tempo invece, ho capito che spesso parlare di alcune situazioni ed esprimere le proprie emozioni risulta complicato. Tanto per noi quanto per gli altri.

È proprio in queste situazioni che il silenzio o le parole possono assumere un significato completamente diverso da quello che potrebbero avere normalmente.

La chiave per comprenderlo risiede in chi ascolta. È il motivo per cui a volte ci arrabbiamo o siamo felici anche se qualcuno ci dice frasi che sono trite e ritrite. Magari non capiamo neanche il motivo per cui ci sentiamo così.

La stessa identica cosa si verifica quando qualcuno ci dice tanti paroloni e noi invece non sentiamo nulla. Ascoltiamo e sentiamo che in realtà le parole sono vuote e sappiamo che sarebbe stato molto meglio il silenzio.

Frustrante vero?

Lo capisco, ma non vi preoccupate. Se tutto ciò accade è positivo.

Perché accade?

Per spiegare ciò che accade prenderò in prestito da Schopenhauer il suo concetto di velo di Maya:

“E’ Maya, il velo ingannatore, che avvolge il volto dei mortali e fa loro vedere un mondo del quale non può dirsi né che esista, né che non esista; perché ella rassomiglia al sogno, rassomiglia al riflesso del sole sulla sabbia, che il pellegrino da lontano scambia per acqua; o anche rassomiglia alla corda gettata a terra, che agli prende per un serpente”.

Per il filosofo il velo di Maya impediva all’uomo di vedere la realtà per come era veramente. Esso nascondeva la realtà vera dietro un velo di conoscenza sensibile. Una volta strappato il velo, allora l’uomo potrà vedere il mondo com’è realmente.

In questo caso specifico, mi riferisco al velo di Maya come elemento di natura illusoria. Qualcosa che ci impedisce di separarci dall’illusione della realtà materiale. Pertanto, non ci permette di vedere la realtà delle cose al di là della loro forma. Allo stesso modo, esso ci impedisce di comprendere il vero significato di alcune parole o azioni indipendentemente dal loro significato oggettivo.

Non tutto è perduto!

Proprio come diceva anche Schopenhauer, questo velo può essere tolto.

La nostra crescita individuale e la nostra volontà di comprendere chi ci sta davanti, sono la chiave per rendersi conto del vero significato delle parole che ci circondano. Dobbiamo solo imparare ad ascoltarci.

Per esempio, se ci sentiamo frustrati perché ci è stata fatta una domanda all’apparenza innocua cerchiamo di capire perché succede. Come mai quella semplice frase ci ha destabilizzati? Magari è capitato perché non abbiamo saputo rispondere in modo da farci valere? Oppure perché chi ci stava davanti voleva dire più di quello che ha effettivamente detto.

Allo stesso modo, quando facciamo una domanda a qualcuno e ci risponde con parole a prima vista insignificanti, ma per qualche motivo sentiamo tristezza o risentimento o felicità, proviamo a capirne il motivo. Magari quella persona si vergogna o si risente ancora di un’esperienza che gli è stato richiesto di rivivere con quella domanda. Oppure semplicemente è ricca di affetto e attenzione per te e con due semplici parole, riesce a trasmetterti tutti questi sentimenti.

Nel caso in cui il vostro obiettivo sia proprio quello di conoscere meglio una persona che è apparentemente restia a parlare, allora non vi preoccupate. Voi ascoltate ciò che dice e ciò che non dice. Dopodiché, semplicemente proponetegli la vostra parte più valida e vedente (quella senza il velo di Maya) e vedrete che dopo un po’ riuscirete a far aprire la persona e a tramutare quel non detto, in detto.

 

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