Siamo tutt* Cenerentola

Cenerentola: la favola della trasformazione

Qual è la tua principessa preferita? Quale cartone Disney ti piace di più? Che ne dici di Cenerentola?

Scommetto che tutti, almeno una volta, abbiamo fatto questo discorso con dei nostri amici.

Io da piccola ho sempre adorato Pocahontas, Mulan e Anastasia, principesse coraggiose, intraprendenti con degli ideali forti e precisi.

Durante le vacanze di Natale però, mi è capitato di vedere per la prima volta in tv, il film di Cenerentola. Intendiamoci, conoscevo la storia e avevo visto la versione animata della Disney, ma per qualche motivo non mi piaceva, la ritenevo banale.

Successivamente, mi sono informata e sono andata a cercare la fiaba originale. Come risultato ho scoperto che Cenerentola nasce nell’antico Egitto e la storia viene poi tramandata e modificata nel tempo. La cosa divertente è che, mentre il finale rimane sempre lo stesso, in alcuni casi la favola diventa inaspettatamente violenta.

Nella versione di Giambattista Basile, Cenerentola è un’assassina.

Nella versione dei fratelli Grimm, invece, non si arriva a questo estremo, ma c’è comunque un fondo di crudeltà. Infatti, le sorellastre vengono costrette dalla matrigna a tagliarsi parti dei piedi così da poter entrare nella scarpetta.

“Tagliati il dito: quando sarai regina non avrai più bisogno di andare a piedi.” La fanciulla si mozzò il dito, serrò il piede nella scarpa e andò dal principe. – Grimm

Nonostante le differenze, le storie hanno un minimo comun denominatore: il grande cambiamento della protagonista.

Non parlo del suo passaggio da povera a ricca, ma della sua crescita come persona.

Cenerentola è la favola della trasformazione, dell’indipendenza e della separazione della protagonista dai suoi genitori. La storia si basa sulla lotta e gli sforzi giornalieri che la ragazza compie per liberarsi della sua “cecità”. Incapacità che viene personificata dalle sorellastre e dalla matrigna.

La favola ruota attorno a quella ribellione e trasformazione interna che caratterizza ognuno di noi nel corso della nostra vita, nel momento stesso in cui decidiamo di essere noi stessi per il nostro bene e non per rispondere agli ideali di altri.

Cenerentola smette di essere la madre e cerca di essere sé stessa. La protagonista cessa di cancellare e odiare, mentre comincia a plasmare i valori che le sono stati lasciati, secondo quelle che sono le sue credenze ed i suoi ideali. È così che la ragazza diventa finalmente artefice del suo destino e quindi eroina della storia.

Pertanto, senza saperlo, mi sono resa conto che siamo tutt* Cenerentola. Questo perché dentro ognuno di noi si cela un’eroina/eroe che lotta contro la nostra realtà cieca e le difficoltà esterne per affermare la sua indipendenza e la sua forza.

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