Superer-noi

Il vero volto dietro la maschera

 

“Perché ti ostini a leggere e a guardare quei fumetti. I supereroi non esistono! Sono tutte fantasie! Gli eroi sono persone normali come noi che ogni giorno compiono piccole imprese, come il pompiere che spegne un incendio e salva la gente, ma i supereroi non esistono!”

Questo è ciò che mi sentivo ripetere ogni volta che tornavo a casa con un fumetto o un manga che parlava di eroiche avventure di gruppi di ragazzi con super poteri, o supereroi classici come Batman o Spiderman.

Ma la verità è che i supereroi ci affascinano perché ci assomigliano. Essi non sono altro che la personificazione della nostra continua lotta tra il nostro io valido e quello debole (bene e male).

 

Batman e Joker: tra caos e ordine

Io sono una grandissima fan di Joker, l’acerrimo nemico di Batman. Da una mia recente chiacchierata però, ho scoperto che in realtà i due personaggi e le loro maschere sono speculari.

Entrambi i personaggi sono vittime di un abbandono, non voluto. Infatti, Bruce Wayne ha perso i genitori e Joker, secondo alcuni fumetti sembra aver perso la moglie e la figlia (nel film di Todd Phillips sembra aver subito continui abusi dalla madre).

Pertanto, le maschere di queste due figure nascono da traumi infantili. Il loro obiettivo è quello di coprire e proteggere dei sentimenti molto intimi.

Entrambi i personaggi, per quanto diversi, rimangono ancorati al passato e a modo loro cercano di cancellare ciò che li ha fatti soffrire. Batman simboleggia il rifiuto di un avvenimento passato, un trauma.

Infatti, tutto ciò che Batman compie e compirà è diretto a rigettare, rifiutare l’avvenimento di quella fatidica sera. Quell’abbandono da lui non voluto e che lo ha “costretto” a diventare l’eroe mascherato. Un episodio che lo porterà ad avere una relazione anomala con sé stesso.

Si tratta di una figura estremamente fragile, che sfugge alle sue stesse paure tramite la sua maschera. Lui nega sé stesso. Ha la continua necessità di controllare tutto e ha problemi di fiducia verso l’altro. Non si permette di vivere la vita che vorrebbe e in qualche modo inconsciamente riversa la colpa sui suoi genitori, i quali lo hanno “abbandonato”.

Bruce Wayne maschera la paura ed il dolore (le sue emozioni), dietro una maschera di logica e razionalità. Lui tenta di spiegare e razionalizzare tutto ciò che esula dalla sua normale comprensione (irrazionale). È proprio questa necessità che porta Bruce Wayne ad utilizzare il pipistrello come suo simbolo.

Questa dualità tra io valido e nullo si riversa anche in Joker. È per questo che la storia di queste due figure è estremamente intrecciata, l’uno non esiste senza l’altro.

Esattamente come l’uomo pipistrello, Joker simboleggia il rifiuto. Non riesce a superare non solo un trauma personale, ma anche l’ipocrisia della società in cui vive. Così facendo, si maschera con un sorriso che nella realtà copre un sentimento molto più profondo e forte di odio.

La forma materiale di esternazione della loro realtà affettiva è diversa, ma la realtà affettiva in sé è la stessa. Entrambi sono vittime e carnefici di una società contorta e del senso di abbandono.

Entrambi alla continua ricerca di quella serenità che gli è stata negata tramite l’abbandono, entrambi incapaci di dimenticare.

 

Joker: Io non, io non voglio ucciderti! Che faccio senza di te? Torno a fregare i trafficanti mafiosi? No. No… no. No tu… tu completi me. – Il cavaliere oscuro

 

Spiderman: tra adolescente e uomo

Io, nonostante il mio amore per Joker e la mia paura dell’abbandono, devo ammettere che forse assomiglio ad un altro dei miei supereroi preferiti: Spiderman.

Figura emblematica della maturità. Peter Parker (Spiderman) rappresenta il passaggio dall’adolescenza all’uomo adulto, indipendente e in grado di affrontare i suoi problemi da solo.

Spiderman è un personaggio estremamente innovativo, strabiliante risultato della genialità di Stan Lee. Infatti, si tratta di un supereroe che in un certo senso ha la possibilità di scegliere. Peter Parker può decidere di fare a meno della maschera. Si tratta di un personaggio che ha la possibilità di scegliere il suo destino.

“Da grandi poteri derivano grandi responsabilità” – Spiderman

 

Questo motto, emblema di Spiderman è un promemoria, non un vincolo.

È Peter a decidere se rimanere un semplice adolescente oppure se farsi carico della vita, con i suoi doveri e le sue difficoltà indossando la maschera di Spiderman. Infatti, gli basta togliersi la maschera per tornare ad essere l’insicuro ragazzo del liceo.

Spiderman è uno dei pochi supereroi costantemente afflitto da dubbi e insicurezze che lo obbligano a mettersi in discussione e ad utilizzare l’ironia come maschera. Nonostante ciò, è anche quell’uomo che puntualmente affronta tutti i suoi dubbi.

La particolarità di questa figura nasce da un errore e non dal morso di un ragno radioattivo. Lui in qualche modo non diventa Spiderman per “volere altrui”, lo diventa per suo volere.

Infatti, l’eroe nasce effettivamente solo dopo la morte dello zio Ben, la quale avrebbe potuto essere evitata se lui lo avesse salvato.

Come in Batman, anche qui esiste il trauma, ma in questo caso si tratta di un senso di colpa che nasce da un evento che tramite scelte diverse, avrebbe potuto essere evitato.

Inoltre, allo stesso modo del pipistrello per Batman, in questo caso anche la ragnatela detiene un significato.

In un certo senso, essa rappresenta il legame paterno e materno, che “intrappola” una persona e la lega alle sue radici. Allo stesso tempo, però, raffigura l’insieme di scelte indipendenti che l’individuo fa nel corso della sua vita. Proprio come un ragno anche l’uomo può costruirsi la sua vita senza bisogno di nessuno.

Avendo parlato di Joker, mi sento in dovere di spendere qualche parolina anche della nemesi di Spiderman, Green Goblin.

Interpretato da vari personaggi, a partire da Norman Osborn, Green Goblin è la personificazione dell’abuso di potere e della megalomania. Come Spiderman, anche lui nasce da una scelta, in questo caso sbagliata.

Se il supereroe rappresenta la transizione da adolescente a uomo, Green Goblin ne rappresenta il fallimento.

L’antagonista è la vittoria delle emozioni negative ed infantili su di un uomo. Egli è l’immoralità, la rabbia contrapposta all’eticità dell’eroe.

 

Conclusione

Se ci si fa caso, tutti gli eroi indossano delle maschere. Il che equivale a proporre un se diverso da quello reale.

La maschera è dissimulazione, essa da un volto a qualcosa che nella realtà non lo ha. Allo stesso modo protegge e garantisce l’anonimato.

Nel caso dei supereroi la maschera serve a definire, dare un volto ai valori che essi incarnano. Proprio per questo motivo, in realtà, quella che noi consideriamo maschera rappresenta la vera natura di quella persona.

Infatti, l’alter-ego è l’uomo comune. È Peter Parker ad essere la maschera di Spiderman, così come è Batman a vestire i panni di Bruce Wayne. Lo stesso vale per tutti gli altri supereroi. Essi sfruttano la maschera da “uomo normale” per mimetizzarsi con il mondo e soddisfare il loro bisogno di appartenenza. Al contrario il supereroe e la sua maschera non sono altro che la materializzazione dell’io vero che riemerge.

Questo è il motivo per cui queste figure ci affascinano così tanto. La verità è che il supereroe è la parte più umana e simile alla nostra del personaggio in sé. Questa loro espressione del vero essere, li rende quanto di più distante dal superuomo e quanto più vicino all’essere umano in tutta la sua fragilità ed insicurezza.

Motivo per cui io mi rivedo in Spiderman, mentre qualcuno di voi si rivedrà in Batman o in Superman.

 

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