Uncanny valley

Perché gli androidi troppo reali ci spaventano

 

 

Cos’è?

Fondamentalmente l’uncanny valley racconta il perché l’antropomorfismo di computer ed altri oggetti in alcuni casi ci crea inquietudine. Questo meccanismo corrisponde anche al motivo per cui alcuni hanno paura dei pagliacci o delle bambole. Nonostante ciò, l’uncanny valley è legata soprattutto agli androidi.

Come funziona?

Uncanny = inquietante       Valley = valle.

Il nome nasce dal grafico creato dallo studioso che l’ha coniata, Masahiro Mori. Sul grafico si notava che la somiglianza di un viso artificiale produceva una curva di gradimento, che ad un certo punto formava una valle. Ovvero, un viso che assomigliava a quello di un essere umano era carino, questo fintanto che non vi fosse diventato troppo simile, in quel caso sarebbe risultato di colpo sgradevole e poi di nuovo carino.

In pratica questa teoria suggerisce una relazione non lineare tra antropomorfismo robotico ed affinità umane. Pertanto, i robot con un aspetto non umano sembrano essere apprezzati di più di quelli che invece cercano di assomigliare di più alla figura umana. Alla base di questo senso di disagio, c’è la pareidolia. Il fatto che noi vediamo delle espressioni innaturali in una faccia che sta imitando una faccia ci fa pensare a eventi disastrosi (come la morte o la malattia).

Il perturbamento nasce nel momento in cui un robot dalle sembianze estremamente umane, non si comporta in modo simile all’uomo, che è ciò che noi ci aspetteremmo. Violando le nostre aspettative, questo comportamento crea paura e sorpresa. Questo tradisce una sorta di fiducia istintiva che noi riponiamo nell’altro.

Negli anni è stato notato che l’uncanny valley corrisponde con il flop di alcuni film creati interamente in computer grafica rappresentanti un essere umano che è un essere umano.

 

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